La sonnolenza come fattore di rischio negli incidenti stradali con il coinvolgimento di adulti

Si stima che la sonnolenza sia (con)causa nel 10% degli incidenti gravi con il coinvolgimento di conducenti di veicoli a motore. Questo tasso è probabilmente applicabile anche alla fascia d’età tra i 25 e i 64 anni.

Situazione iniziale

La sonnolenza al volante è un fattore di rischio importante per gli incidenti stradali. Non riguarda solo il cosiddetto «colpo di sonno» (breve addormentamento al volante), ma comprende ogni calo delle prestazioni dovuto a stanchezza che si manifesta già molto prima di addormentarsi alla guida, come tempi di reazione più lunghi [1].

Attraverso la sonnolenza il corpo segnala la necessità di interrompere l’attività fisica o mentale in corso, anche solo lo «stato di veglia». Tuttavia, molte conducenti e molti conducenti proseguono il viaggio nonostante chiari sintomi di sonnolenza come sbadigli, riduzione della concentrazione, errori di guida oppure palpebre pesanti. 

La stanchezza e la sonnolenza diurna sono più frequenti nelle persone anziane per ragioni legate all’età e alla presenza di patologie [2]. Tuttavia si riscontra che le automobiliste e gli automobilisti più giovani si mettono più spesso al volante in stato di sovraffaticamento rispetto alle persone più anziane [3–5].

In Svizzera, 9 incidenti su 10 dovuti a sonnolenza sono imputabili alla responsabilità, o perlomeno alla corresponsabilità, di conducenti di automobili [1].

Diffusione

Alcuni studi mostrano che la sonnolenza al volante è un fenomeno frequente nella circolazione stradale. Nel sondaggio UPI presso la popolazione 2024, il 57% delle automobiliste e degli automobilisti intervistati ha dichiarato di mettersi alla guida, almeno occasionalmente, in stato di sovraffaticamento. Fra le automobiliste e gli automobilisti di età compresa tra i 25 e i 64 anni il tasso è del 61%, quindi leggermente più elevato rispetto alle altre fasce d’età [6].

Nell’ambito di un’indagine su vasta scala condotta in 39 Paesi in tutto il mondo, di cui 22 Paesi europei, il 22% delle automobiliste e degli automobilisti intervistati in Svizzera ha dichiarato di essersi messo alla guida almeno una volta negli ultimi 30 giorni in condizioni di stanchezza tali da faticare a tenere gli occhi aperti. Il dato è risultato leggermente superiore rispetto al tasso di risposte dello stesso tipo fornite complessivamente dalle automobiliste e dagli automobilisti partecipanti a livello europeo (18%) [3]. 

Pericolosità

La sonnolenza è associata a una ridotta capacità di guida. Le persone sovraffaticate hanno, ad esempio, difficoltà a rimanere all’interno della corsia di marcia, percepiscono i pericoli con ritardo e reagiscono più lentamente agli eventi imprevisti. In casi estremi, la sonnolenza può portare al colpo di sonno.  

A causa di queste alterazioni, le conducenti e i conducenti molto stanchi sono esposti a un maggior rischio d’incidente. Definire con precisione questo rischio è pressoché impossibile; tuttavia, a grandi linee dovrebbe oscillare tra 1,5 e 4 [1]. Nell’ambito di uno studio è stato messo a confronto il rischio d’incidente per diverse fasce d’età dovuto agli effetti delle apnee notturne o della privazione di sonno [7]. Lo studio non ha evidenziato differenze significative legate all’età.

Gli incidenti dovuti a sonnolenza sono spesso gravi in caso di colpo di sonno della conducente o del conducente. Ciò potrebbe essere dovuto al fatto che si verificano a velocità più elevata, o che la conducente o il conducente non ha frenato o ha frenato troppo tardi prima dell’impatto [4].

Rilevanza per gli incidenti

Secondo la statistica sugli incidenti, la stanchezza (compreso il colpo di sonno) è la causa principale di quasi il 2% di tutti i danni gravi alla persona (Ø 2019–2023) (si veda Osservazione 1). Lo stesso tasso si riscontra per i danni gravi alla persona nella fascia d’età compresa tra i 25 e i 64 anni. 

Il tasso delle occupanti e degli occupanti di automobili di età compresa tra i 25 e i 64 anni rimasti vittime di un incidente grave è nettamente superiore nei casi in cui la sonnolenza è la causa principale (77%) rispetto alla totalità degli incidenti gravi (18%). Da ciò ne deriva che per altri mezzi di trasporto, come la moto o la bicicletta, gli incidenti dovuti a sonnolenza sono relativamente meno frequenti.

Osservazioni

  1. Poiché per la polizia è difficile determinare in modo affidabile la spossatezza sul luogo dell’incidente e le persone coinvolte spesso tacciono il loro stato di affaticamento, nella statistica ufficiale sugli incidenti stradali l’entità del problema risulta sottostimata. Gli studi dimostrano che la stanchezza è un fattore di influenza molto più rilevante. Escludendo altri fattori come il buio, l’alcol e l’eccesso di velocità, si può stimare che la sonnolenza sia una (con)causa nel 10% circa di tutti gli incidenti gravi con il coinvolgimento di conducenti di veicoli a motore [1]. Anche per le persone di età compresa tra i 25 e i 64 anni, il tasso dovrebbe aggirarsi attorno al 10%.

Fonti

[1] Hertach P, Uhr A, Niemann S et al. Beeinträchtigte Fahrfähigkeit von Motorfahrzeuglenkenden. Bern: BFU, Beratungsstelle für Unfallverhütung; 2020. Sicherheitsdossier 2.361. DOI:10.13100/BFU.2.361.01.

[2] Uhr A, Ewert U, Scaramuzza G et al. Sicherheit älterer Verkehrsteilnehmer. Bern: BFU, Beratungsstelle für Unfallverhütung; 2016. Sicherheitsdossier Nr. 14. DOI:10.13100/bfu.2.271.01.

[3] Areal A, Pires C, Pita R et al. Distraction (mobile phone use) & fatigue: ESRA3 Thematic report Nr. 3. ESRA project (E-Survey of Road users' Attitudes: Portuguese Road Safety Association; 2024.

[4] European Commission. Road safety thematic report – Fatigue. Brussels: European Road Safety Observatory; 2021.

[5] Sagaspe P, Taillard J, Bayon V et al. Sleepiness, near-misses and driving accidents among a representative population of French drivers. J Sleep Res. 2010; 19(4): 578–584. DOI:10.1111/j.1365-2869.2009.00818.x.

[6] BFU, Beratungsstelle für Unfallverhütung. BFU-Bevölkerungsbefragung 2024: Jährlich wiederkehrende Befragung der Schweizer Wohnbevölkerung zu Themen im Bereich der Nichtberufsunfälle. Bern: BFU; 2024.

[7] Gottlieb DJ, Ellenbogen JM, Bianchi MT, Czeisler C. Sleep deficiency and motor vehicle crash risk in the general population: A prospective cohort study. BMC Med. 2018; 16(1): 44. DOI:10.1186/s12916-018-1025-7.

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